Internazionale a Ferrara 2016

settembre 26, 2016
Internazionale a Ferrara 2016

                            

Da Venerdì 30 Settembre a Domenica 2 Ottobre, torna Internazionale a Ferrara, il festival del giornalismo organizzato dalla rivista Internazionale.
Con giornalisti italiani ed esteri, si parlerà di informazione, attualità, economia, letteratura e fotografia: nell’agenda dell’edizione 2016, 240 ospiti, 31 Paesi, 60 testate giornalistiche e 120 incontri.
Tra le tante personalità di spicco del mondo del giornalismo e della cultura, saranno presenti Corrado Formigli, Gad Lerner, Moni Ovadia, Tullio De Mauro, Marco Mancassola, Alessio Jacona, David Randall, David Rieff, Luca Sofri, Daria Bignardi, Giampiero Gramaglia, Loris De Filippi, Jonathan Freedland, John Hooper e Dan Savage.
Nelle varie location del festival, avranno luogo dibattiti, conferenze, workshop e una cospicua serie di eventi artistici.
Tra i più significativi momenti del Festival, da segnalare l’incontro con Hossam Bahgat, giornalista e attivista egiziano che riceverà il Premio Anna Politkovskaja alla presenza dei genitori di Giulio Regeni.
Anche quest’anno, Internazionale a Ferrara, manifestazione giunta alla decima edizione, trasformerà la città estense in una grande newsroom capace di richiamare migliaia di appassionati di media e cultura.

Programma Internazionale a Ferrara 2016

Marco Mancinelli
PressWeb Editor
pressweb@teletu.it


Reading in libreria per la libertà di scrittura dedicato ad Aslı Erdoğan

settembre 15, 2016

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Asli Erdoğan, nata nel 1967, è una scrittrice e giornalista turca.
Scienziata del Cern, attraverso le proprie attività editoriali, ha sempre lottato per la libertà.
Dallo scorso 16 Agosto, Asli è detenuta presso il carcere di Istanbul con le pretestuose accuse di propaganda e appartenenza a un’organizzazione terrorista e di incitazione al disordine.
Il suo arresto è avvenuto in concomitanza con la chiusura del quotidiano Özgür Gündem, accusato dal pubblico ministero di aver fatto propaganda a favore dei ribelli separatisti curdi del Pkk.
Altri 11 giornalisti sono stati arrestati insieme ad Asli Erdoğan.
Questi arresti fanno parte di un’ampia azione dittatoriale che, ormai da oltre un mese, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan sta mettendo in atto: si tratta di un’azione gravissima che mira a colpire i fondamentali diritti sia della libertà di stampa che della libertà di espressione.
Il mondo dell’editoria si è mosso per cercare di attirare l’attenzione su questi fatti così gravi.
Allo stesso tempo, sono state fatte petizioni a favore della scrittrice turca e vengono organizzate letture dei suoi libri.
Anche in Italia, su iniziativa della libreria Modusvivendi di Palermo, si vuole fare qualcosa per denunciare alla pubblica opinione la gravissima violazione di un diritto così importante.
Tra il 20 e il 24 Settembre, moltissime librerie di tutta Italia organizzeranno una lettura condivisa dell’unico libro della Erdogan edito in Italia, Il mandarino meraviglioso (Keller editore): saranno momenti di condivisione delle belle e intense parole che l’autrice scrive nei suoi libri e che, spesso,  rimandano ai concetti di libertà, esilio, appartenenza e nostalgia.
PressWeb seguirà, in particolare, l’evento reading presso la libreria Libri al Sette, a Carugo, in provincia di Como, organizzato con grande passione dalla titolare Carmen Legnante e prevista per Martedì 20 Settembre alle ore 21. Dai vari partecipanti che si alterneranno nel corso della serata, verranno letti alcuni brani tratti dal libro “Il mandarino meraviglioso” e si parlerà di libertà e scrittura.

Per Asli e per la libertà di espressione, di stampa e di scrittura.

Informazioni:
http://www.librialsette.it/wp/?p=2692

Marco Mancinelli
PressWeb Editor
pressweb@teletu.it


Cancellata la norma che prevedeva 9 anni di carcere per i giornalisti colpevoli di diffamazione a politici e a magistrati. Almeno, per ora…

giugno 24, 2016

Cancellata la norma che prevedeva 9 anni di carcere per i giornalisti colpevoli di diffamazione a politici e a magistrati. Almeno, per ora...

Dopo giorni di forti polemiche, i giornalisti italiani possono dirsi salvi (almeno, al momento): infatti, con il primo sì espresso dal Senato della Repubblica, è stata ritirata la norma che prevedeva fino a 9 anni di carcere per i giornalisti che avessero diffamato politici o magistrati (mentre, per lo stesso reato commesso nei confronti di un semplice cittadino, ricordiamolo sempre, si preveda una pena fino a 6 anni e chissà perché tale disparità…).

Viene eliminato, dunque, il reato di diffamazione a mezzo stampa dalla proposta di legge in materia di contrasto al fenomeno delle intimidazioni ai danni dei politici, degli amministratori locali e dei magistrati, approvato con 180 voti a favore, 0 contrari e 43 astenuti, fra i quali spiccano parlamentari appartenenti alla Lega e al Movimento 5 Stelle.

Ora, l’esame del provvedimento passerà alla Camera dei Deputati.

Con il Ddl approvato, si è inteso intervenire su norme già esistenti, come quelle previste dell’articolo n. 338 del codice penale sulle violenze o minacce a un “corpo politico amministrativo o giudiziario”.

In questo caso, l’articolo in questione viene modificato estendendo la tutela giuridica ai “singoli componenti” dei corpi elencati nel codice.

Come si è già avuto occasione di rimarcare su PressWeb, la clausola che prevedeva fino a 9 anni di carcere per i giornalisti era stata inserita in Commissione Giustizia e aveva, fin da subito, provocato aspre polemiche da parte degli enti di categoria dei giornalisti che avevano ravvisato, nel provvedimento in questione, il rischio di una legge decisamente non uguale per tutti: un fatto gravissimo e, con ogni probabilità, senza precedenti nell’ambito dello Stato di Diritto.

Al momento, pare dissolversi una delle più insensata e inique norme che, di fatto e non sulla base di una semplice ipotesi, ponevano su un piano diverso politici (in primis) e magistrati da un lato e, dall’altro, i “semplici” privati cittadini.

Quindi, la faccenda sembra andare verso una ricomposizione rispettosa del principio costituzionale che sancisce che ogni cittadino è uguale davanti alla legge (Articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”).

Sperando che qualche altro politico di qualsiasi area non voglia distinguersi con qualche altra bella pensata creativa.


Marco Mancinelli
press.web@teletu.it