Al Journalists Memorial, i nomi di quattro martiri del giornalismo italiano

Maggio 20, 2011

Il Newseum di Washington, il museo di Washington dedicato alla storia e alla funzione che il mondo dell’informazione ricopre nella democrazia moderna, dal 16 Maggio, riporta anche i nomi di quattro giornalisti italiani: Giuseppe Impastato, Mauro Rostagno, Cosimo Cristina e Giovanni Spampinato. Si tratta di giornalisti morti nell’esercizio del loro dovere, assassinati perché scrivevano di mafia. I loro nomi figureranno per sempre tra quelli dei 2.084 giornalisti, fotografi, comunicatori e direttori che il Newseum ha inciso nel Journalists Memorial, il memoriale dedicato ai giornalisti morti in missione. Al Journalists Memorial sono stati aggiunti i nomi di 59 giornalisti morti in missione nel corso del 2010 e di altri 18 morti in passato. Tra questi, figurano i nomi dei quattro reporter italiani. Per l’occasione, il Newseum ha organizzato una cerimonia alla quale sono intervenuti, tra gli altri, sia Krishna Bharat, creatore di Google News, che Alexander Lebedev, imprenditore russo e co-proprietario della Novaya Gazeta, il giornale in cui lavorava Anna Politkovskaja, la giornalista russa nota per la propria opposizione al premier russo Vladimir Putin e assassinata il 7 ottobre del 2006 nell’ascensore del palazzo in cui abitava, a Mosca. Nato a Cinisi in una famiglia mafiosa, Giuseppe Impastato ruppe con i parenti in tenera età e diventò un attivista politico. Nel 1976, fondò Radio Aut, in cui si occupava di informazione e di satira su politici e mafiosi. Nel 1978, all’età di 30 anni, si candidò al consiglio comunale e, durante la campagna elettorale, fu ucciso da esplosivi piazzati sotto di lui mentre il suo corpo era disteso su una linea ferroviaria. Nel 2002, Gaetano Badalamenti, uno dei capi di Cosa Nostra,  fu condannato come mandante dell’omicidio. Mauro Rostagno, nato a Torino, aveva fondato una comunità a Trapani, in Sicilia e lavorava come giornalista per una televisione locale. Nelle sue trasmissioni, raccontava degli affari e delle violenze dei clan mafiosi. Nel 1988, mentre tornava nella comunità dove viveva, fu ucciso da alcuni sicari. Il suo nome figura nel Journalists Memorial a Bayeux, Francia, come “ucciso dalla mafia”. Rostagno aveva 46 anni. Giovanni Spampinato, giornalista del quotidiano siciliano L’Ora e collaboratore de L’Unità, fece numerose inchieste sugli stretti legami tra i gruppi neofascisti e la criminalità organizzata della Sicilia orientale. Quando, nel 1972, un imprenditore fu ucciso a Ragusa, Spampinato fu l’unico a pubblicare la notizia che il figlio di un alto magistrato legato all’estrema destra era stato interrogato sulla vicenda. Il 27 Ottobre 1972, il sospettato uccise Spampinato a colpi di arma da fuoco. Aveva 26 anni. Cosimo Cristina, corrispondente da Termini Imerese del quotidiano siciliano L’Ora, scrisse articoli sulle collusioni tra la politica locale e i clan mafiosi. Il 3 maggio 1960, uscì di casa per una riunione e non vi fece più ritorno. Due giorni dopo, il suo corpo senza vita fu ritrovato lungo una linea ferroviaria. Reporter Senza Frontiere e le associazioni di giornalisti italiane considerano Cosimo Cristina il primo giornalista ucciso dalla mafia.

 

Marco Mancinelli
PressWeb Editor
pressweb@teletu.it

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Fonte: ANSA

Per informazioni: www.newseum.org/index.html

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Il Manifesto del Giornalismo di Qualità

Maggio 15, 2011
Competenza, Indipendenza e Autorevolezza: sono questi i tre valori sui quali è incentrato il manifesto per un giornalismo di qualità, documento redatto di recente e presentato ufficialmente lo scorso 9 Maggio da tre sindacati svizzeri vicini ai mass media, l’Associazione Ticinese dei Giornalisti (ATG-Impressum), SSM e Syndicom.
Le questioni affrontate dai firmatari del manifesto/appello sono di stretta attualità e hanno il merito di portare, una volta di più, l’attenzione degli addetti ai lavori e non sulle aree spesso critiche del giornalismo attuale.
Nello specifico, si tratta di una ulteriore e necessaria presa di coscienza in relazione a ciò che effettivamente il variegato e complesso mondo dell’informazione (cartacea e on line) è in grado o meno di offrire ai propri utenti finali in termini di qualità e, soprattutto, di affidabilità.
Una Competenza che vada ben oltre la semplice capacità di comunicare, un’Indipendenza che affranchi il giornalista da interessi estranei alla sua attività e un’Autorevolezza basata sia sull’etica professionale che sul rispetto dell’interesse pubblico rappresentano non soltanto i punti centrali del Manifesto del Giornalismo di Qualità, ma anche e soprattutto il principale impegno quotidiano di chiunque operi nel mondo dell’informazione e che intenda realmente riaffermare il proprio ruolo e la propria professionalità.
Non a caso, il documento in questione inizia citando, in particolare, una delle frasi più emblematiche scritte dal sociologo Niklas Luhmann: “Visto come funziona il sistema mediatico, ne sappiamo abbastanza per non poterci fidare di questa fonte”.
Insomma, c’è molto da meditare e, soprattutto, da fare.

Per informazioni: www.giornalistiatg.ch/impressum/atg

Marco Mancinelli
PressWeb Editor
pressweb@teletu.it