Safer Internet Day: la campagna Unieuro contro il cyberbullismo

febbraio 7, 2017

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Nell’ampio panorama delle nuove tecnologie digitali, oltre ai tanti aspetti di sicuro valore sia per i privati cittadini che per gli operatori economici, nel corso degli ultimi anni e in particolare transitando sia per i canali dei social networks che per l’applicazione di messaggistica WhatsApp, è andato via via crescendo un fenomeno deteriore e dai contorni spesso criminali: il cyberbullismo.

Non di rado, la cronaca giornalistica ci ha spesso raccontato storie di vessazioni, umiliazioni e prevaricazioni che hanno colpito duramente un cospicuo numero di giovani e di giovanissimi. In alcuni casi, questo uso incivile e delinquenziale (perché è di questo che si tratta) delle nuove tecnologie digitali ha spinto addirittura alcuni giovanissimi all’estremo gesto del suicidio.

Davanti a una situazione sempre più grave e che tende a minare nel profondo ciò che dovrebbe sempre essere non soltanto l’so corretto dei mezzi di comunicazione, ma anche la base di una convivenza civile, è cresciuta la sensibilità collettiva nei confronti di tale fenomeno: rispetto a pochissimi anni fa, scuola, famiglie e istituzioni hanno iniziato a osservare con maggiore attenzione ciò che accade e che potrebbe accadere di nocivo a causa del bullismo che colpisce attraverso il mondo digitale.

Proprio oggi, 7 Febbraio 2017, in occasione del Safer Internet Day, la giornata mondiale dedicata alla sicurezza in rete (soprattutto, dei minori) che coinvolge oltre 100 Paesi in tutti i continenti, l’azienda di elettronica Unieuro, dimostrando un’ampia sensibilità sul versante sociale, ha ribadito il proprio impegno nella lotta contro il cyberbullismo e ha fatto il punto sul progetto “No Cyberbullismo”.

Il progetto, nato nel 2016, si è sviluppato attraverso una campagna informativa su tutti i punti vendita della catena che ha coinvolto anche gli oltre 4.000 collaboratori e con il tour #cuoriconnessi (nei teatri e nelle scuole) ha informato e sensibilizzato sul tema oltre 10.000 studenti di Forlì, Milano, Roma, Treviso, Senigallia, Firenze, L’Aquila, Torino, Cagliari, Verona, Como e Bologna.

In questo scenario, il docufilm #cuoriconnessi, in modo particolare, fa parte dell‘importante campagna di sensibilizzazione contro questo fenomeno che l’insegna promuove in collaborazione con la Polizia di Stato e che è stata presentata Domenica 5 Febbraio presso la Camera dei Deputati, alla presenza della Presidente della Camera Laura Boldrini e delle più alte cariche della stessa Polizia di Stato.

Si è trattato, nello specifico, come comunicato dall’ufficio stampa dell’azienda, di un momento istituzionale importante per l’insegna, che ha colto tale occasione per confermare il proseguo del tour anche nel 2017, con nuove tappe nelle principali città italiane, a partire dal prossimo mese di Marzo.

Giancarlo Nicosanti, Amministratore Delegato e Presidente di Unieuro, ha sottolineato: “Sono molto orgoglioso di aver ricevuto il ringraziamento della Presidente della Camera, Laura Boldrini, in occasione di questa importante giornata contro il cybercrime, per il nostro impegno a contrastare il cyberbullismo” e ha aggiunto “Come azienda, abbiamo il dovere di sensibilizzare i ragazzi ad utilizzare consapevolmente i dispositivi elettronici, quali computer, smartphone e tablet. Il nostro impegno va nella stessa direzione delle istituzioni e proseguiremo in questo importante progetto di responsabilità sociale”.

Durante il tour #cuoriconnessi, attraverso la proiezione del docufilm, vengono raccontate storie vere di vittime di questa particolare forma di violenza (dalle conseguenze a volte gravissime) al fine di offrire ai giovani un significativo e importante spunto di riflessione.

Flavia Rizza, protagonista di una delle storie del docufilm, ha raccontato: “Essere stata per 3 anni isolata da tutti per la mia voglia di studiare e per il mio aspetto fisico è stato terribile ed è doloroso ogni volta portare la mia testimonianza, ma ho la certezza che la mia storia può essere d’aiuto a tanti ragazzi che vivono situazioni simili. Ringrazio la Polizia di Stato e Unieuro che hanno reso possibile la realizzazione e la divulgazione di #cuoriconnessi“.

Per informazioni e contatti utili:
nocyberbullismo.it.

Per vedere il trailer del docufilm #cuoriconnessi:
https://www.youtube.com/watch?v=Yo4GmZIYjWE

 

Marco Mancinelli
PressWeb Editor
pressweb@teletu.it


Il racconto giornalistico della tecnologia

febbraio 6, 2017

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Nell’epoca dei social networks, dell’ineluttabile avanzata del mondo digitale e dei nuovi strumenti tecnologici, il racconto giornalistico della tecnologia è necessariamente chiamato a evidenziare la portata effettiva delle innovazioni, abbinando le 5 W (Who, What, When, Where, Why) al Plus, cioè al valore aggiunto che, almeno potenzialmente, è insito negli strumenti in esame.

Il crescente affollamento delle informazioni che popolano il web, tra le tante conseguenze, funge non d rado da viatico per una strisciante confusione indotta anche da modalità di racconto non sufficientemente focalizzate sulle caratteristiche effettive dei nuovi strumenti tecnologici, caratteristiche non soltanto ed esclusivamente tecniche, ma anche di approccio personale, collettivo e culturale rivolto agli strumenti stessi.

Soffermarsi sul come, per esempio, certi nuovi strumenti vengono presentati dai produttori e dalle rispettive campagne promozionali rischia di non offrire uno sguardo approfondito in merito alle peculiarità che differenziano un’innovazione da un’altra.

Andare in profondità non significa necessariamente addentrarsi, nell’ambito del racconto giornalistico, in omeriche descrizioni squisitamente tecniche, ma evidenziare quali bisogni, vecchi e nuovi, un determinato tool è orientato a soddisfare, se non addirittura ad anticipare.

La filosofia e la mission dalle quali trae origine un nuovo tool sono, al tempo stesso, importanti per comprendere le sue reali applicazioni nell’ambito del vissuto quotidiano di un consumer privato e di una realtà aziendale o professionali.

Inoltre, raccontare la tecnologia, almeno in parte, significa anche raccontare la società contemporanea e i trends che ne qualificano le dinamiche sociali ed economiche.

Marco Mancinelli
PressWeb Editor
pressweb@teletu.it


Ketty Magni: raccontare musica e cibo in un libro

febbraio 6, 2017

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L’epoca contemporanea, anche sul versante culturale, vive un’intensa fase di contaminazione tra generi differenti e ciò si riscontra anche nell’ambito della produzione letteraria, sempre più incline a focalizzare la propria attenzione su accostamenti, spesso interessanti, tra argomenti e soggetti che, almeno apparentemente, sembrerebbero essere attinenti ad argomenti tra loro lontani.

Nell’attuale panorama editoriale, un libro di recente pubblicazione, “Rossini, la musica del cibo”, è stato focalizzato, da parte dell’autrice Ketty Magni, su alcuni aspetti della vita di un grande artista e compositore del passato legati alla gastronomia: protagonista è Gioacchino Rossini e la sua passione per la cucina. Gioacchino Rossini è uno dei massimi autori del bel canto italiano, uno dei padri del melodramma, ma viene anche ricordato come appassionato intenditore di cucina: infatti, ricette famose in tutto il mondo portano il suo nome. Fu proprio in questa particolare esistenza spesa tra il pentagramma e l’ideazione di pietanze che trovò il suo spazio anche l’altra grande passione dell’artista: le donne.

Sensibile al fascino femminile, sposò una cantante lirica, Isabella Colbran, prima di incontrare a Parigi l’amore della sua vita: Mademoiselle Olympe, conosciuta alla prima del suo Guglielmo Tell, donna che lo accompagnò fino all’ultimo dei suoi giorni. Nella casa parigina, passarono le migliori menti dell’epoca, come Dumas, Balzac, Liszt, Wagner e il più conosciuto chef dell’Ottocento, quel Marie Antonin Carême che tanti trucchi insegnò al Rossini artista culinario. Per i suoi ospiti, il Maestro elaborava armonie culinarie fatte di “accordi corali” con contributi provenienti da tutta Europa. Da Napoli, si faceva inviare i maccheroni. Da Siviglia, i prosciutti. Da Gorgonzola, il formaggio. Da Milano, il panettone.

Attenta alla storia e alla sua fisionomia narrativa, l’autrice Ketty Magni si è immersa nella vita di questo indiscusso gigante della musica: gli esordi e l’ambiente familiare; gli amici (tanti) e i detrattori (pochi); l’arte musicale e quella culinaria, che tanta celebrità gli procurarono. Dalla penna dell’autrice esce più l’uomo che il musicista e al cuore del romanzo pulsano l’amore travolgente per Olympe (“la cui sfolgorante bellezza non poteva passare inosservata”) e la sua golosa attenzione per le gioie del palato, pretesto per imbandire in queste pagine anche un ricettario d’autore. Nel libro, sono presenti ricette ideate da Rossini e dal cuoco francese Marie Antonin Carême, noto pasticcere e autore di numerosi trattati di cucina. Tra le ricette, anche i maccheroni napoletani secondo Alexandre Dumas e la barbajada, specialità dolciaria inventata dall’impresario teatrale Domenico Barbaja. Inoltre, contiene la ricetta del filetto alla Rossini secondo Gualtiero Marchesi.

Per celebrare l’anno rossiniano, l’autrice farà numerose presentazioni durante le quali sarà accompagnata da cuochi esperti, i quali realizzeranno alcuni piatti. L’autrice del libro, Ketty Magni è nata a Desio, in Brianza. È autrice di romanzi storici e docente di scrittura creativa. Ha esordito nella narrativa con “Riflessi” (2006), a cui si è aggiunto “Il pontile sul Lario” (2007). Poi, ha proseguito con “Teodolinda il senso della meraviglia” (2009) e “Adelaide imperatrice del lago” (2011). Con Cairo Editore, ha pubblicato “Il Principe dei cuochi” (2011), “Il cuoco del Papa” (2013), e nell’anno di Milano Expo, “Arcimboldo, gustose passioni” (2015), romanzi che associano al genere storico uno sfondo culinario.

Marco Mancinelli
PressWeb Editor
pressweb@teletu.it