Pane Quotidiano

dicembre 31, 2007
Pane Quotidiano - Milano 
 
Al di là dei tanti discorsi e della miriade di approfondimenti che vengono dedicati alla congiuntura economica del nostro Paese, la realtà quotidiana ci racconta che esiste una cospicua schiera di uomini, di donne e di intere famiglie che incontrano reali difficoltà nel mettere insieme il pranzo con la cena. Si tratta di esseri umani ai quali la vita riserva un percorso irto di ostacoli e di evidenti incertezze riferite sia al loro presente che al loro futuro. Può sembrare un’assurdità, ma, anche nella società cosiddetta dell’opulenza, della rincorsa spasmodica all’acquisto del telefono cellulare di ultima generazione e degli accessori fashion di maggior tendenza, c’è chi è costretto a fare i conti con il più amaro dei problemi: procurarsi dei normali prodotti alimentari per nutrirsi. In una grande metropoli come Milano, simbolo del terziario avanzato e dei grandi locali alla moda, il problema esiste e riguarda un numero crescente di persone: disoccupati, immigrati, persone che hanno perso il proprio posto di lavoro, ma anche pensionati e lavoratori il cui reddito mensile si dimostra non adeguato per sopperire alle necessità prioritarie dell’esistenza. In questo contesto, emerge l’opera meritoria della Società del Pane Quotidiano, una fondazione laica milanese. Nel lontano 1898, fu ideata da Edoardo Banfi, benefattore che ispirò l’iniziativa a una concezione semplice e umanitaria: il pane, come alimento di base, non deve mai mancare sulla tavola di nessuno. Da allora, sono trascorsi più di cento anni e “Pane Quotidiano”, grazie all’indispensabile supporto di molti e motivatissimi volontari impegnati dalle prime ore del mattino, continua ad assistere una lunga schiera di persone in gravi difficoltà economiche. Presso la sede di “Pane Quotidiano”, si legge: “Fratello… qui nessuno ti domanderà chi sei, né perché hai bisogno, né quali sono le tue opinioni”, una frase semplice, diretta e densa di significato umanitario. 
Tutti i giorni della settimana, nelle sedi di Viale Toscana 28 e di Viale Monza 335, vengono aiutate oltre 2.000 persone indigenti: mettendosi in fila, ritirano pane, latte, yogurt e diversi altri alimenti offerti gratuitamente da molte aziende che dimostrano una preziosa sensibilità sociale. 
“Pane Quotidiano” vive grazie all’autofinanziamento e a sostenitori che donano alimenti, vestiti, libri, giocattoli e tutto ciò di cui una famiglia ha bisogno. Assistere all’opera dei volontari di “Pane Quotidiano” fa pensare a molti aspetti della nostra vita contemporaea: alle sue contraddizioni, all’incertezza sociale, a diritti offesi da una quotidianità difficile, alla profonda inutilità delle chiacchiere annoiate che vedono protagonisti così tanti rappresentanti del mondo politico e delle istituzioni. Ma c’è dell’altro, c’è di più: non si può che pensare alla significativa distanza che spesso separa il concreto impegno umanitario di tanti privati cittadini da quei fiumi di parole che esondano dai fin troppi salotti gestiti da chi, a differenza di tanti e meritevoli volontari, non sa o non vuol vedere cosa davvero accade nelle nostre città.
 
Marco Mancinelli
PressWeb Editor
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