World Press Photo, fotografia e giornalismo

aprile 14, 2009
WORLD PRESS PHOTO

Galleria Carla Sozzani, World Press Photo e Grazia Neri
, con il contributo di Canon Italia e TNT Express Italy, presentano la mostra World Press Photo, fotografia e giornalismo: le immagini premiate nel 2009. Il coordinamento è di Elena Ceratti. Dal 1955, una giuria di esperti, scelti tra i personaggi più accreditati della fotografia internazionale, si riunisce per valutare le immagini inviate alla World Press Photo Foundation di Amsterdam: migliaia di scatti provenienti da ogni parte del mondo, proposti da fotogiornalisti, agenzie, quotidiani e riviste. Negli ultimi anni, 7 vincitori della foto dell’anno hanno scattato con macchine ed ottiche Canon: Erik Refner (2001), Eric Grigorian (2002), Jean-Marc Bouju (2003), Arko Datta (2004), Finbarr O’Reilly (2005) Spencer Platt (2006). Tim Hetherington, vincitore nel 2008 della foto dell’anno 2007 ha scattato con una Canon EOS 5D. Il premio World Press Photo è uno dei più importanti riconoscimenti nell’ambito del fotogiornalismo. Le immagini più forti e significative di un intero anno vengono esaminate per il Premio. Le fotografie dei vincitori sono inserite nel prestigioso catalogo e vengono esposte in tutto il mondo in importanti gallerie e musei. Si tratta di un’occasione unica per vedere raccolte le immagini più belle e rappresentative che hanno accompagnato, documentato e illustrato gli avvenimenti di questo ultimo anno sui giornali di tutto il mondo. La mostra World Press Photo è un documento storico che permette di rivivere gli eventi cruciali dell’anno. Il suo carattere internazionale, i migliaia di visitatori e l’interesse suscitato dall’evento nel pubblico specialistico e non, sono la dimostrazione del potere che le immagini hanno di trascendere le differenze culturali e linguistiche per raggiungere livelli altissimi e immediati di comunicazione. La mostra presenta le fotografie premiate nelle 10 categorie tematiche in un tour mondiale con l’unico vincolo che tutte le immagini selezionate vengano esposte senza alcuna censura. A questo scopo un rappresentante della World Press Photo Foundation viene inviato nei paesi che ospitano l’evento per assistere al montaggio della mostra e verificare che tutte le fotografie siano esposte al pubblico. Per l’Italia la mostra del World Press Photo è presentata in contemporanea alla Galleria Carla Sozzani di Milano, organizzata da Grazia Neri, e al Museo di Roma in Trastevere, organizzata da Contrasto. Il 13 febbraio 2009 la giuria di questa 52a edizione, riunitasi ad Amsterdam, ha reso noti i risultati della competizione. FOTO DELL’ANNO 2008 è stata proclamata l’immagine in bianco e nero del fotografo americano ANTHONY SUAU. La foto mostra un ufficiale armato del dipartimento della Contea di Cuyahoga che attua lo sgombero di una casa a Cleveland, nell’Ohio, in esecuzione di uno sfratto esecutivo per pignoramento dei beni a seguito di ipoteca. Gli ufficiali hanno il compito di assicurarsi che nella casa non si trovino armi e che i residenti abbiano effettivamente lasciato l’abitazione. La fotografia vincitrice, scattata nel marzo 2008, è parte di un servizio, commissionato da Time Magazine, nella sua interezza ha vinto il secondo Premio nella categoria Daily Life. La presidente di giuria MaryAnne Golon commenta: “La forza di questa immagine sta nei suoi contrasti. Assomiglia alla classica fotografia di un conflitto, ma è invece lo sfratto di persone da una casa per pignoramento. Come se la guerra in senso tradizionale fosse penetrata nelle case della gente comune, incapace di pagare i propri debiti. Nella selezione finale sono stati premiati 62 fotografi provenienti da 27 Paesi: Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Cina, Colombia, Corea del sud, Francia, El Salvador, Germania, Giappone, Grecia, India, Irlanda, Italia, Olanda, Messico, Polonia, Russia, Sudafrica, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Ucraina. L’edizione del 2009 ha visto la partecipazione di 5.508 fotografi da 124 paesi (con un incremento del 9,7% rispetto al 2008) che hanno inviato un totale di 96.268 immagini (80.536 nel 2008), con un incremento del 19,5% rispetto allo scorso anno. Le partecipazioni dall’Asia hanno visto quest’anno un incremento del 14% rispetto allo scorso anno. Cina e India i Paesi più rappresentati con, rispettivamente, 490 partecipanti (rispetto ai 400 della scorsa edizione) e 208 (165 nel 2008). Come da tradizione, forte è stata la rappresentanza di fotografi europei, tra i quali si segnala la significativa presenza di italiani, con 306 partecipanti rispetto ai 251 del 2008 e polacchi, passati da 81 a 104 partecipanti. Risultati di grande successo si sono registrati per l’Italia. Sei i premiati: Giulio Di Sturco, Carlo Gianferro, Mattia Insolera, Davide Monteleone, Massimo Siragusa, Paolo Verzone. La cerimonia di premiazione avrà luogo ad Amsterdam domenica 3 maggio 2009, preceduta da tre giorni di incontri e dibattiti sulla fotografia. In aggiunta al premio di 10.000 euro Canon ha voluto omaggiare Anthony Suau con una CANON EOS 5D Mark II.
 
Inaugurazione: sabato 9 maggio 2009, dalle ore 15.00 alle ore 20.00, alla Galleria Carla Sozzani, Corso Como 10, Milano. In mostra dal 10 maggio al 7 giugno 2009: martedì, venerdì, sabato e domenica, ore 10.30 – 19.30; mercoledì e giovedì, ore 10.30 – 21.00; lunedì, ore 15.30 – 19.30. Ingresso libero.
www.worldpressphoto.org

Investire sul futuro aziendale significa muoversi sul serio

aprile 8, 2009
investire sul futuro aziendale significa muoversi sul serio
Non posso che concordare con diversi colleghi impegnati nel settore della consulenza in merito al modus operandi di tante aziende che stanno basando le loro strategie sulla “semplice” riduzione dei costi, limitando sia le proprie potenzialità sul mercato e sia  il valore aggiunto di una cospicua serie di interventi esterni a supporto del business (marketing, comunicazione, eccetera… la serie è lunga).
Senza fare nomi, voglio raccontare brevemente una situazione paradossale che ho vissuto parecchi anni fa, quando assistevo una società di servizi Internet in qualità di consulente esterno per il marketing e per la comunicazione. I responsabili della company in questione desideravano ottenere una visibilità mirata all’interno del tessuto aziendale verso il quale proponevano i loro servizi.
Mi chiesero di realizzare qualche iniziativa “ad hoc”. Dopo un’attenta analisi delle possibilità, proposi un progetto che avrebbe visto la realizzazione di un evento (tipo seminario o conferenza) al quale invitare un cospicuo numero di responsabili marketing di aziende (facenti parte del target della company) oltre che alcuni giornalisti di settore: poteva essere un’opportunità significativa per entrare in contatto con imprese potenzialmente interessate ad una determinata offerta.
Morale della favola… mi fu detto: “Ottimo progetto, bellissima idea… fai tutto te, ma ricorda che il budget è zero….“. Capita la situazione, proposi di realizzare il suddetto evento in sinergia con un’altra società di consulenza: non in concorrenza tra esse, le due società organizzatrici dell’evento avrebbero potuto dividere i costi dell’iniziativa.
Morale definitiva… Mi fu detto: “Ottimo, la sinergia per l’evento va benissimo…. però i costi se li deve accollare l’altra società. Noi investiremo il tempo che dedicheremo alla giornata dell’evento…“.
Certo che, così facendo, non si va lontani e non a caso quella stessa società non andò molto lontano, a dispetto dei grandi proclami del suo general manager.
Al di là delle oggettive difficoltà insite nell’attuale congiuntura economica, a volte, si ha l’impressione che, in certi contesti aziendali, manchi una vera e propria visione prospettica del business.
Investire correttamente in servizi “ad hoc” e in strumenti adeguati non significa soltanto dover sostenere un mero esborso di risorse finanziare: significa investire sul presente e, soprattutto, sul futuro stesso dell’azienda.
Tattica e strategia sembrano termini che appartengono ben poco al dizionario di certi “responsabili” aziendali.
Aspettare passivamente i tempi in cui le cosiddette “vacche grasse” tornino a pascolare sorridenti è un atteggiamento alquanto opinabile, ma c’è chi si adagia (e non poco) su un “fare” ricco soltanto o prevalentemente di puro “attendismo”.
Marco Mancinelli
PressWeb Editor
pressweb@teletu.it