Parlare in pubblico vuol dire trasmettere ad una platea anche molto qualificata idee, informazioni, intuizioni e immagini chiare, efficaci, concrete, inequivocabili e stimolanti. L’obiettivo principale consiste nel comunicare inputs vari ed adeguati ad ottenere un valido feed-back fatto di consenso. Attraverso l’uso delle parole e del linguaggio, parlare in pubblico significa rendere comprensibile ciò che si intende comunicare. Inoltre, aspetto non secondario, significa dare valore a ciò che si comunica. Infatti, chi ascolta va messo nella condizione di recepire come interessante ed utile il discorso, sia dal punto di vista del contenuto che sul versante dello stile espressivo utilizzato. Lo stile e i contenuti del discorso sono due aspetti centrali del public speaking e vanno curati con grande attenzione al fine di riscuotere gradimento e, quindi, successo. In primo luogo, occorre individuare bene chi sono, in termini generali, gli interlocutori. Occorre chiedersi: “Chi compone la platea?”. Si tratta di persone che assistono alla conference in quanto professionisti impegnati nel cosiddetto “business world” per conto proprio o delle aziende alle quali appartengono. Cosa si aspettano? Intanto, si aspettano di non doversi annoiare. In fondo, cosa c’è di peggio dello stare seduti ad assistere a una conferenza e annoiarsi? Ben poche altre situazioni legate al lavoro possono rivelarsi così pesanti. Stufarsi mentre si ascolta una conferenza è una vera e propria tortura, equivale quasi a tornare sui banchi scolastici, a rivivere quei momenti in cui si era costretti ad ascoltare uno di quei professori assolutamente incapaci di tenere alta l’attenzione degli studenti; è un po’ come ascoltare un professore che parla senza trasmettere proprio nulla ai suoi malcapitati studenti, i quali sbadigliano, pensano ad altro nella speranza che arrivi presto il fatidico suono della campanella.
Il vero professionista deve impegnarsi per rendere interessante ed accattivante la sua esposizione alla platea che ha davanti. Ne va della propria immagine e, soprattutto, ne va dell’utilità stessa della conferenza. A volte, si è retribuiti per parlare in pubblico, disquisendo in merito ad un determinato argomento: quindi, a maggior ragione, si è tenuti a dare il meglio e non a indurre stati di noia diffusa o di pesante indifferenza. Parlare in pubblico è un lavoro, fa parte del lavoro di ogni vero comunicatore. Quando si è impegnati in tale attività, è necessario affrontare l’impegno con la stessa attenzione che solitamente viene riservata agli altri impegni professionali: ai fini dei propri interessi, non c’è differenza tra il parlare in pubblico ed altre attività quali la redazione di un comunicato stampa, la preparazione di un progetto marketing o l’organizzazione di un evento aziendale. Il valore è lo stesso e, anzi, in qualche circostanza può anche essere maggiore, dal momento che nell’attuale mondo professionale tutto ciò che è cura dell’immagine esterna riveste un ruolo notevole. Il parlare in pubblico diventa anche un biglietto da visita: se è chiaro, gradevole e trasmette sostanza, è un’ottima presentazione. In caso contrario, è un “nulla” o un “qualcosa” che non qualifica in modo adeguato lo speaker o che, addirittura, può nuocergli. Occorre tenere sempre presente che parlare in pubblico è un’attività che può riservare ulteriori opportunità di sviluppo per la professione del comunicatore, consolidando e accrescendo le sue stesse qualità agli occhi del contesto in cui egli opera. Ciò che il vero comunicatore è tenuto ad osservare per imprimere qualità ed efficacia al suo modo di fare public speaking è sintetizzabile nei seguenti criteri:
PUBLIC SPEAKING = Comunicazione Chiara + Immagine Positiva
e
PUBBLICO IN PLATEA = Caratteristiche + Aspettative
Infatti, per eseguire una buona performance di public speaking, occore mirare le modalità dell’esposizione sull’entità distintiva della platea che ascolta. E che di annoiarsi non ne vuole proprio sapere…
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