Intervista a Fabio Apriletti: Tempus Vitae, cultura del lusso e progetti sociali

settembre 27, 2007

Tempus Vitae

Ci sono realtà che, per le funzioni che svolgono e per i valori di cui sono testimoni, arricchiscono il panorama, a volte discutibile, delle presenze nella grande autostrada telematica. Senza ombra di dubbio, una di queste realtà qualificate è Tempus Vitae: non soltanto un sito Internet dedicato alla divulgazione di una cultura seria del lusso, ma anche e soprattutto una realtà associativa impegnata in importanti progetti sociali.
Ne parliamo con Fabio AprilettiPresidente e redattore di Tempus Vitae.

Cos’è Tempus Vitae?

Tempus Vitae è un’associazione no profit di Terni il cui obiettivo è quello di creare un “Fondo per il Microcredito”. In un programma di microcredito, vengono erogati microprestiti a piccole attività rurali e urbane nelle aree svantaggiate del mondo, dalle più distanti alle più vicine a noi. Vogliamo porci al fianco delle persone più svantaggiate nella lotta per costruirsi un futuro, perché crediamo che la soddisfazione più grande per chi ha bisogno di aiuto sia poter vivere dignitosamente senza chiedere aiuto. Tempus Vitae ha scelto di operare non attraverso la semplice carità fatta con spirito di paternalismo umanitario che genera poi, di fatto, una dipendenza dagli aiuti stessi, ma attraverso strategie e progetti che rendano le persone indipendenti. Il reddito che deriva dalle attività, svolte grazie al microcredito, migliora le condizioni di vita delle famiglie con un vantaggio diffuso per tutta la comunità locale.

Come è nato il progetto on line Tempus Vitae?

Il sito www.tempusvitae.it è lo strumento principale attraverso cui Tempus Vitae opera per raggiungere i propri obiettivi. Nato con lo scopo di raccogliere pubblicità, i cui proventi vengono versati nel fondo destinato al microcredito. Il sito nasce dall’esigenza di coinvolgere, attraverso argomenti più leggeri e soft, una fascia di lettori, magari meno attenti alle problematiche. Vogliamo presentare il “Lusso” non come la quantità di cose possedute e comperate ad alto prezzo, ma la qualità di esse e la capacità di saper scegliere di cosa circondarsi giudicando in base alla sostanza; giudicando, quindi, l’unicità di oggetti, abiti, accessori, mobili, etc. di alto artigianato, che esaltino la bravura e la creatività nel lavoro dell’uomo. Oggetti che restano nel tempo e che sono testimoni, presso figli e nipoti, non del denaro posseduto, ma dello stile del gusto e del modo di apprezzare le cose di chi li ha scelti per sé. Infatti, il tempo è il nostro grande protagonista: vogliamo raccontare i modi di viverlo, goderlo e, se possibile, rallentarlo, sempre nel migliore dei modi, ma senza mai dimenticare i gravi problemi del mondo.

Chi sono i vostri principali visitatori e lettori?

Dalle e-mail che riceviamo e dalle perone iscritte alla nostra newsletter, possiamo affermare che si tratta di persone benestanti con un alto livello d’istruzione.

In un vostro editoriale, si legge “Un sito dedicato ai piaceri della vita, a chi se li sa gustare senza patemi e a chi ha il coraggio di non negarli al prossimo…“. Qual è la filosofia sulla quale si fonda Tempus Vitae?

È quella di conciliare l’etica con gli affari utilizzando la ricchezza, prodotta legittimamente, per la realizzazione di uno sviluppo sociale, anziché di pura rendita o di potere a beneficio di pochi. Noi di Tempus Vitae crediamo nella naturale inclinazione dell’uomo al saper apprezzare, gustare e gioire delle bellezze e dei piaceri della vita e noi per primi ci dedichiamo a quest’arte, con la consapevolezza che la soddisfazione, la gioia più nobile, il piacere più grande consiste nello spendere tempo per gli altri e soprattutto donare, mettendo la propria vita a disposizione ed essere vicino a chi ha più bisogno, perché il vero signore è soprattutto colui che sa sacrificare affetti e guadagni per mettersi al servizio degli altri. Essere dalla parte del più debole, dei vinti e non dalla parte dei falsi eroi dello sport, della televisione e dello spettacolo che tentano di farci credere che solo chi vince e chi arriva primo è degno di onore e rispetto.

Qual è il futuro dell’informazione e della divulgazione culturale on line?

Per Tempus Vitae, Internet è molto importante. Infatti, abbiamo visitatori in modo costante da oltre 40 Paesi del mondo, ma rappresenta per noi un mezzo e non sicuramente un fine. Sicuramente, il mondo dell’informazione on line crescerà, ma la mia “paura” è che c’è di tutto e senza un minimo controllo, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione. Inoltre, mi auguro che Internet si “professionalizzi”, ossia: tutti possono scrivere e tutti possono scrivere il contrario di tutto. Anche e soprattutto in Internet, c’è aria di relativismo.

Uno slogan per riassumere in modo significativo Tempus Vitae?

“Il tempo è la cosa più preziosa che un uomo possa spendere”.

Per ulteriori informazioni: www.tempusvitae.it

 

Marco Mancinelli
PressWeb Editor
pressweb@teletu.it


2° seminario per giornalisti Redattore Sociale. A Milano, 5 e 6 Ottobre 2007

settembre 26, 2007

Redattore Sociale

Sulla scorta del dibattito di Capodarco 2006, dedicato al coraggio, la seconda edizione milanese del seminario per giornalisti organizzato da Anffas Milano, Cnca Lombardia e Agenzia Redattore Sociale, in collaborazione con Terre di Mezzo e Affaritaliani.it, porta ancora più avanti la sua “audacia”, per affrontare il tema della responsabilità del giornalista. Redattore Sociale Milano 2007 lancia la suggestione che i giornalisti possano essere “Miglioratori del peggio” (un verso della canzone di Jovanotti “Coraggio”) e che possano persino considerare la “responsabilità di raccontare (anche) la speranza”. Nell’introduzione al programma della seconda edizione dell’incontro – previsto ancora alla “Cascina Biblioteca” (nel cuore del Parco Lambro) per il 5 e 6 Ottobre – gli organizzatori riconoscono come il giornalismo ufficiale abbia “sempre rifiutato qualsiasi discussione sul suo ruolo ‘pedagogico’. Un rifiuto giustificato dal timore di mettere in pericolo i fondamenti della professione: l’indipendenza, il diritto di cronaca, l’imparzialità”. Eppure, sostengono gli organizzatori, di responsabilità si deve parlare, come un concetto “che non ha nulla a che fare con la pedagogia” e che può anche essere declinato solo “dal punto di vista tecnico”. Chi è allora il giornalista responsabile? È colui che “non dovrebbe aver paura di portare alla luce anche gli aspetti positivi di una storia, di lasciar filtrare i segni di speranza che fanno parte, sempre, di ogni vicenda, comprese quelle peggiori. Non dovrebbe lasciarsi imprigionare dal presunto “dovere” esclusivo di emozionare e scandalizzare, di far inorridire e indignare…”. Il seminario – che nella prima edizione ha registrato la partecipazione di oltre 150 giornalisti – dopo i saluti degli organizzatori (tra cui la nuova presidente dell’Ordine Giornalisti Lombardia, Letizia Gonzales) e la relazione di apertura di don Gino Rigoldi, si aprirà con un dibattito su cos’è oggi e a cosa serve la “filantropia meneghina”. Un’occasione per verificare come si sono evoluti i tratti di uno degli elementi storici, e positivi, della “milanesità”, dentro una città che oltre ad essere “crudele” (come titolava la prima edizione) continua a far emergere tanti segni di speranza. Tra gli ospiti, lo studioso Gian Paolo Barbetta (Università Cattolica) e Paolo Morerio, responsabile di una delle organizzazioni filantropiche più antiche della città (Fondazione Vismara). Nel pomeriggio, tre seminari paralleli, uno dei quali “speciale”, dedicato alla fotografia con Denis Curti, direttore della sede milanese dell’agenzia Contrasto e con un fotografo d’eccezione come Marco Vacca. I due workshop tradizionali saranno invece incentrati sulle minoranze che “la città non vuole” e al problema della casa in “una città che non ha posto”. I giornalisti Gad Lerner e Riccardo Iacona, gli studiosi Daniele Cologna e Antonio Tosi, insieme ad altri quattro esperti li animeranno per tre ore, per poi partecipare a una tavola rotonda sulle inchieste giornalistiche “sparite”. Il titolo (“Gatti e gattini…”) prende spunto dalla figura di uno dei relatori del seminario 2006, il giornalista Fabrizio Gatti de L’Espresso, conosciuto in particolare per le sue inchieste in prima persona, ma anche dai suoi numerosi imitatori emersi negli ultimi mesi. Sempre Venerdì 5, dopo la cena in Cascina, un incontro con Massimo Cirri e Filippo Solibello, i conduttori di Caterpillar (Rai Radio Due, 18.00-19.30, Lun.-Ven.), una delle più interessanti, divertenti e seguite trasmissioni degli ultimi anni. A partire dal titolo “Quando il peggio avrà una fine…”, Cirri e Solibello, con a fianco anche don Gino Rigoldi e don Vinicio Albanesi, daranno vita a una sorta di talk show con i giornalisti partecipanti al seminario. La seconda giornata del seminario si aprirà con la presentazione in anteprima di un libro fotografico di grande pregnanza, “I custodi dei fratelli”, raccolta di immagini di 22 tra i più grandi autori di tutti i tempi su “storie nascoste che dovevano essere portate alla luce”. L’evento si concluderà con un dialogo tra Giulio Anselmi, (direttore de La Stampa) e uno dei “grandi vecchi” del giornalismo italiano, Lamberto Sechi, che negli anni ’70 ha introdotto in Italia con Panorama il “newsmagazine”, condotto da Angelo Perrino, direttore di Affaritaliani.it. Il Seminario è stato realizzato grazie a Fondazione Cariplo, Fondazione Vodafone, NCR, Sopra Group, Red Group e con la sponsorizzazione di ENI.

Per il download del programma in file .pdf, fare click qui

Per ulteriori informazioni:

Rossella Collina
Ufficio Stampa
Comunicazione e Ufficio Stampa Anffas Milano Onlus
Tel. 02-84470142
Cell. 338-9651920


A Milano, tributo fotografico a Jim Morrison

settembre 25, 2007

Jim Morrison

Importante appuntamento milanese per gli appassionati della storia del grande cantante dei Doors, indimenticabile gruppo rock dei Sixties.
Dal 20 Settembre fino al 20 Ottobre, presso la Galleria Arteutopia, al numero 5 di Via Gian Giacomo Mora, sono in mostra ventisette scatti dedicati alla iconica figura di Jim Morrison.
“JIM MORRISON. Frank Lisciandro: Fotografie 1968-1971” è una mostra che come poche altre riesce a illustrare il percorso di uno degli artisti che hanno segnato maggiormente il percorso della musica rock e della cultura psichedelica.
Per informazioni: www.galleriarteutopia.com

 

Marco Mancinelli
PressWeb Editor
pressweb@teletu.it