Lo scorso 6 Ottobre, si è svolto presso l’Aula Magna dell’Università Statale di Milano il convegno “Il Futuro del Giornalismo. Etica e Professione”, organizzato dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Dai lavori, è emersa una marcata preoccupazione da parte dei giornalisti per le attuali tendenze dei media, ma, allo stesso tempo, anche una grande domanda orientata all’informazione di qualità, un valore che non può prescindere dall’etica. Ed è con queste considerazioni che il presidente dell’OdG della Lombardia, Letizia Gonzales, presentando il convegno, ha riassunto i dati emersi dalle ricerche presentate da Enrico Finzi, presidente di Astra Ricerche, in occasione del terzo appuntamento del ciclo sul futuro del giornalismo. Una cospicua platea di addetti ai lavori e non ha seguito l’intensa mattinata in cui le ricerche di Enrico Finzi sono state commentate da Roberto Napoletano, direttore de Il Sole 24 Ore, Anna Maria Testa, pubblicitaria e docente universitaria, Pier Gaetano Marchetti, Presidente Rcs Mediagroup, Luca Telese, giornalista de Il Fatto Quotidiano e La7, Marco Tarquinio, Direttore di Avvenire, Massimo Tafi, presidente di Mediatyche. Nel corso del dibattito, è intervenuto Roberto Natale, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI).
Tra i vari argomenti trattati, ha assunto un ruolo di rilievo il senso di disagio avvertito da molti operatori dell’informazione: da più parti, viene considerata a rischio l’autonomia del giornalismo, minacciata non soltanto da una spasmodica ricerca dello scoop a tutti i costi, ma anche dai recenti provvedimenti legislativi in tema dell’utilizzo delle intercettazioni telefoniche.
Di rilievo anche la situazione dei giornalisti precari, in particolare, dei free lance: fin troppo spesso, alcuni articoli vengono retribuiti, in media, con soli 4 euro, frapponendo pesanti ostacoli sul versante dell’accesso alla professione.
Nonostante le aree critiche del giornalismo contemporaneo, il pubblico dei fruitori dei prodotti giornalistici, dato che emerge dalle dettagliate indagini di Astra Ricerche, pare continuare a riconoscere il valore e l’utilità dell’informazione, chiedendo, però, una maggiore attenzione alla qualità stessa dell’informazione.
Anche nell’era delle concorrenza on line da parte di prodotti informativi gratuiti che, va detto, si presentano particolarmente variegati anche sotto il profilo della qualità e dell’affidbilità, l’opera di chi svolge la professione del giornalista resta ed è ancora considerata come indispensabile.
Insomma, non corrisponde al vero che l’informazione è davvero malata, ma non c’è dubbio che, oggi forse più che in passato, si rende necessario un ulteriore salto di qualità, basato sul binomio Etica e Autonomia del giornalista (politica permettendo…).
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Marco Mancinelli
PressWeb Editor